UNA MANCIATA DI POESIE
M.I.D.A., colei
che è diventata ormai la nostra poetessa e a cui tempo fa ho dedicato una
testimonianza “Quando il dolore si fa
poesia”, ha continuato ad informarci sul suo cammino che ha intrapreso con
noi ma che ha poi saputo proseguire immettendosi nella realtà della sua città,
inserendosi tra le maglie del dolore umano con delicatezza e soavità come solo
i poeti sanno fare. E’ stata molto brava
M.I.D.A. come lo sono del resto tutti i genitori che hanno dovuto subire la
morte di un figlio.
M.I.D.A. oggi ci scrive:
“Come state tutti???
Per quel che mi riguarda sono cambiate tante cose….
Il mio cammino si sta ampliando,continuo ad elaborare il mio
lutto con l’aiuto di tante figure professionali e amiche …ho intrapreso da un anno la danzaterapia e
frequento seminari di “musica indossata” presso un’associazione
culturale di Verona che per altro ha operato in ospedali.. nelle pediatrie.. da
cui è nato un percorso di ascolto musicale per bambini e genitori intitolato Jaipur,con
pubblicazione e dvd.
Oggi,durante la mia seduta settimanale,è ricomparso il collegamento
con te, Luciana…La dott.Antonella, la psicologa che si sta prendendo cura di me,
ha ripescato le poesie che avevi pubblicato sul sito e mi ha
chiesto quale avrei consigliato ad una coppia che ha appena
perso la loro figlioletta, improvvisamente dopo una corsa al pronto soccorso
per una “banale”tosse insistente…ha avuto un arresto
cardiocircolatorio!!!!
I genitori disperati le hanno chiesto come fosse possibile
superare quel dolore che li stava facendo a pezzi …se mai qualcuno ci sia
riuscito…e lei ha pensato a me.. a come lo sto trasformando in testimonianza
che come clown di corsia porto ovunque.
La mia risposta è stata”Con i tuoi occhi”
So che non te l’ho mai inviata…perciò lo faccio ora.
CON I TUOI OCCHI
Imparerò
ad affacciarmi al mondo
con gli occhi tuoi,
occhi da bambina.
Oggi tristi
domani vispi
sempre curiosi
colmi di entusiasmo
attaccati al mondo
aperti alla vita.
Pennellate di colore
su un foglio bianco
come per magia
prende forma
armonia.
Mi parla di te
del tuo sentire.
Imparerò
lasciandomi andare
senza pensieri
così
aprendomi al mondo
con i Tuoi occhi
M.I.D.A.
E ancora……. Ciao
Luciana,
ti mando questa ultima breve poesia che ho scritto oggi
pensando ad un ragazzo qui di Verona , morto per malore ad un allenamento di
basket..
Sono certa che la utilizzerai per discuterne e condividere
tra i gruppi di genitori di cui ti occupi. Baci tvb.
L’ULTIMO
ALLENAMENTO
Una letta al diario.
C’è poco da fare,
quando torno.
Preparo il borsone
le solite cose
compio gesti a memoria.
Le mie mani conoscono
l’esatto posto di ciò che serve.
Pronto.
Un bacio veloce
quello che non ho dato.
Magari un biglietto
quello che non ho scritto.
Meglio un messaggio
quello che non ho letto.
Di certo un saluto
che non ho sentito.
Esco,
l’allenamento…
e chi lo sapeva?
L’ultimo…
Torno…nessuno mi può vedere.
M.I.D.A.
( Pensando a Massimo, 17 anni
e al suo ultimo allenamento,
2 marzo 2012)
Ciao Luciana,
ieri mentre ero a
scuola, ho ricevuto la notizia, io per prima, della morte improvvisa del marito
di una mia collega. Dentro di me si è scatenato l’inferno, quella telefonata mi
riportava ad un’altra telefonata, ad un altro avvenimento e alla difficoltà di
dovere comunicare ad altri, condividere. Mi ha fatto anche riflettere su come
le cose si comincino a muovere a nostra insaputa, mentre stiamo occupati a
vivere la nostra vita, mentre un tam tam lontano si è già messo in moto per
raggiungerci. Le parole per esprimere questo tumulto come al solito sono
inadeguate perciò le ho tradotte in poesia e te ne faccio dono. Sono certa che
tra i genitori che stai aiutando tutti si ritroveranno a parlare dell’angoscia
di quella telefonata che ha cambiato loro la vita e del cuore che ancora trema,
anche a distanza di anni, quando uno squillo li raggiunge.
TAM TAM 1 marzo 2012
Giunge da lontano
lento, improvviso.
Il suono si propaga,
nulla lo può fermare,
è partito.
Per prima lo ricevo,
per prima lo ascolto,
batto il primo colpo
di questa strana danza.
Parte il tam tam
da me,
verso l’altra parte del mondo
ancora addormentato.
La sofferenza portata nel vento
è lontana, non si vede,
tanto più è vicina e si sente.
Il suono si arresta
dolce, sembra buono.
Di nuovo un colpo,
l’ultimo, l’inesorabile,
il più forte.
E’ la fine del suono.
E’ la fine del battere.
E’ l’inizio della Vita Nuova.
M.I.D.A.
Dedicata
a Flavia, pensando a Franco che vola nel vento
Ciao Luciana,
oggi, a distanza di
un po’ di tempo, dopo che le tempeste del cuore si sono un po’ acquietate, ti
invio una poesia che ho scritto rifugiandomi dentro mia figlia Gloria, quando
era in ospedale e vivendo con i suoi occhi e il suo cuore tutte le emozioni che
una persona straordinaria le regalava quotidianamente. Sto parlando del
primario di oncoematologia pediatrica (ora in pensione…forzata) del policlinico
di Borgo Roma-Vr-. Gliela voglio far recapitare attraverso la possibilità che
mi dai di ospitarmi nel tuo sito per ricordargli che la stima e la fiducia che
avevo riposto in lui, fin dal primo nostro incontro, abitano ancora nel mio
cuore e ci rimarranno per sempre!
Un abbraccione a presto.
E TI HO INCONTRATO
E ti ho incontrato
Nella mia breve vita
Quel giorno.
Chi sei?
Non ti conosco. (in ambulanza di corsa in terapia intensiva
primo ricovero)
Ti sentivo arrivare.
(sempre in reparto).
Col passare dei giorni
al tuo passo deciso
il mio cuore accelera.
Nell’udir il tuo saluto
cresce paura
timore o forse il piacere
di vederti a me accanto.
Chissà come entrerà
nel mio regno a pallini
(le lenzuola a pois dell’ospedale)
in queste prime ore del giorno.
Il tuo tocco sapiente
di un padre ferito
mi strappava ogni sempre
da quel mostro maligno
(primo ciclo di chemio)
E giocavi
e parlavi
e correvi
sorridevi.
Ma quell’ombra di padre
di ogni tuo figlio
sconfitto dal male
seguiva il tuo passo.
Arrabbiato, in affanno.
Giungesti in silenzio,
quella sera di sonno lontano, ( il venerdì prima di morire)
mi guardasti, le lacrime agli occhi.
Eri lì
per l’ultimo ingresso
nel mio mondo a pallini.
Ti ho incontrato
quel giorno lontano.
Sono entrata nel tuo cuore
Vi sono rimasta.
Brigante…. per sempre.
( come mi chiamavi tu)
GLORIA
Ciao Luciana, e’ vero, sì, da quel giorno la mia vita è
cambiata per sempre. Ma sai una cosa? E’ vero quello che mi hai sempre detto
tu: dopo un grande dolore, se elaborato opportunamente, si diventa migliori.
Devo confessartelo: sulle prime non ti ho creduto per niente, ma col passare
del tempo mi sono accorta che avevi ragione:sono un’altra, non sono più quella
di prima ma sono migliore. Guardo la vita da un altro punto di vista, ho capito
che donare agli altri non significa diventare poveri e come potrei mai? Io ho
una ricchezza immensa che abita dentro di me ,ed è l’eredità che mi ha lasciato
Gloria, proprio perché io la spendessi per aiutare gli altri. Come posso
dirtelo meglio questo concetto? Con una poesia naturalmente!
DONERO’ IL MIO SORRISO
Donerò il mio sorriso
per quello che riuscirò a dare
sarà sempre meglio
che starmene a guardare.
Lo donerò ai bimbi
che stanno in ospedale
lo donerò alle mamme
che dovrò abbracciare
ai loro papà
che spesso stanno a guardare
nell’incapacità storica
di lasciarsi andare.
Donerò il mio sorriso
così come l’ho ricevuto
perché so quanto scalda il cuore
quanto è duro star lì
e semplicemente donare.
Lo donerò e basta
senza nulla in cambio
solo con la speranza
di far felice un bimbo per un istante
di sostenere il papà per un attimo
di stare accanto alla mamma per sempre.
M.I.D.A.
Ciao M.I.D.A. grazie per le tue bellissime testimonianze di
cui ogni volta ci fai dono.Siamo orgogliosi tutti di te, di come sei riuscita
ad elaborare il tuo dolore, a trasformarlo in dono per altri che si trovano
nella sofferenza e condividiamo con te il tuo stupore nell’accorgerti di quanta
ricchezza ti torna indietro e che tu continuerai ad utilizzare, in una catena
che non si fermerà più, che stringerà ancora di più la tua famiglia intorno a
te, in un abbraccio d’amore e soprattutto di gratitudine per non
aver permesso che un dolore così grande minasse la vostra bellissima intesa.
Baci tvb, Luciana
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